Le uova sono un alimento economico ma incredibilmente nutriente.
Contengono poche calorie e sono ricche di proteine, vitamine, minerali e grassi sani.

Il modo in cui le uova vengono cucinate può, però, influire sulle loro proprietà e sul profilo nutritivo.
Sebbene cucinare le uova renda alcuni nutrienti più digeribili, può danneggiarne altri.
La cottura della maggior parte degli alimenti comporta una riduzione di alcuni nutrienti, in particolare se vengono cotti ad alte temperature per un lungo periodo di tempo.

Tuttavia, anche se cucinare le uova per tempi lunghi può ridurre alcuni nutrienti, questo alimento rimane un’ottima fonte di vitamine e antiossidanti.

Ecco alcuni dei metodi di cottura più comuni:

  • Bollite: le uova sode vengono cotte nel loro guscio in una pentola con acqua bollente; più vengono cotte, più il tuorlo si rassoda.
  • In camicia: le uova in camicia vengono cotte in acqua leggermente più fredda; vengono rotte nell’acqua a una temperatura di 71/82 gradi e cotte per 3 minuti.
  • Fritte: le uova fritte vengono rotte in una padella dove è stato scaldato precedentemente olio o burro.
  • Al forno: le uova al forno vengono cotte senza guscio in una pirofila in forno caldo.
  • Strapazzate: le uova strapazzate vengono sbattute in una ciotola e versate e cotte in una padella calda.
  • Frittata: per fare una frittata le uova vengono sbattute e versate in una padella per poi essere cotte uniformemente da un lato e dall’altro.

La massima digeribilità è posseduta dal tuorlo crudo e dall’albume appena coagulato.
La condizione migliore di cottura consiste perciò, in una breve immersione (3-5 minuti) nell’acqua bollente, dell’uovo con il suo guscio (uovo alla coque) o senza (uovo affogato o in camicia).

Per rendere l’assunzione delle uova ancora più nutriente e sana, possiamo seguire dei semplici consigli che però fanno la differenza.

  1. scegliere metodi di cottura a basso contenuto calorico:, quindi senza aggiunta di altri grassi;
  2. unire le uova alle verdure, poiché questi due alimenti si sposano molto bene e ci permettono di assumere anche fibre e vitamine extra;
  3. scegliere bene le uova al supermercato, controllando sempre il tipo di allevamento dei polli e la loro dieta, in quanto questi possono influenzare la qualità nutrizionale.

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La possibilità di allenarsi ovunque e con qualunque cosa ha reso meno credibili le scuse e ha trasformato il workout in un momento di benessere necessario all’interno della giornata.
Il fai-da-te e l’inesperienza, però, hanno causato l’aumento degli infortuni tra allenamenti sbrigativi e, al contrario, eccessivi per il proprio livello di preparazione.

Anche gli appassionati di sport e palestra possono commettere qualche errore in fase di allenamento, correndo il rischio di non vedere i frutti di tanta fatica, o ancora peggio, di infortunarsi in maniera seria.

Infatti, sono tanti gli errori in cui si può inciampare inconsapevolmente, compromettendo non solo l’allenamento, ma anche la nostra salute.

Oggi vedremo insieme quelli più comuni.

  • Trascurare la fase del riscaldamento.
    Effettuare correttamente la fase di riscaldamento è fondamentale per evitare indolenzimenti o strappi muscolari.
    Il metodo migliore per il riscaldamento è quello di praticare del cardiofitness per almeno 8/10 minuti, poi dello stretching, prima di passare al vero e proprio allenamento.
  • Porsi delle aspettative troppo elevate.
    Se siete all’inizio, o è molto che non vi allenate, bisogna porsi questa domanda: “mi sono dato un obiettivo troppo alto?”.
    Se state ricominciando ad allenarvi, iniziate lentamente e aumentate gradualmente.
    Distribuite gli allenamenti con un giorno di riposo in mezzo, scegliendo un allenamento consono al livello.
    Magari è più basso rispetto a quello che facevate un tempo, ma una volta ricostruita la base, allora potrete ricominciare a pieno ritmo
  • Trascurare la disidratazione.
    Sapevate che se vi allenate per un periodo che va dai 45 ai 60 minuti, anche in un ambiente condizionato, perdete circa un litro e mezzo di liquidi?
    Sia per gli uomini che per le donne si consiglia quindi di bere dagli otto ai dodici bicchieri d’acqua al giorno.
  • Sbagliare tecnica di esecuzione degli esercizi.
    Soprattutto all’inizio è bene fare delle lezioni con un personal trainer dedicato che può correggere e impostare la corretta esecuzione degli esercizi.
    Prima di aumentare l’intensità è meglio padroneggiare bene la posizione.
  • Non avere un programma.
    Non avere un piano di allenamento può far perdere la motivazione
    Avere un programma e un appuntamento responsabilizza e struttura la formazione.
    Chi ben pianifica è a metà dell’opera.
  • Mancanza di varietà nel programma.
    Il fisico può trarre molti benefici da un’attività mirata e costante.
    Il programma di allenamento più efficace deve essere il più vario possibile per evitare che i muscoli si adattino e tendano ad andare in risparmio energetico.
    Inoltre non bisogna variare solo la scelta degli esercizi ma anche la durata, l’intensità e la frequenza.

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Secondo le statistiche, circa il 90% dei diabetici è affetto da diabete tipo 2. Insieme ai farmaci, è fondamentale agire sull’alimentazione e sull’attività fisica.

Il rischio di diabete aumenta con l’età, ma riguarda una fascia molto ampia di popolazione, e in particolar modo quella maschile. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, i diabetici nel mondo sono oggi più di 346 milioni, sono destinati a raddoppiare entro il 2030.
Dallo 0,5% dei giovani al 10% ed oltre degli over 65, fino agli ultra 75enni, per cui una persona su 5 viene colpita dal diabete: sono queste le ultime stime sui diabetici in Italia.

Tali stime, tuttavia, non includono i casi “sommersi”, ovvero il numero di diabetici che non sa di esserlo.
Il primo trattamento è farmacologico (insulina) per alcuni (con diabete di tipo 1), ma per la maggior parte di quelli con diabete di tipo 2 una alimentazione ben bilanciata, con l’apporto di tutti i nutrienti, è terapeutica e contribuisce a mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue.

I Fattori di rischio
Il diabete rappresenta una delle più comuni malattie metaboliche e consiste in un aumento del glucosio nel sangue (iperglicemia) e nell’incapacità da parte dell’organismo, di metabolizzare correttamente i carboidrati, a causa dell’insufficiente produzione di insulina da parte del pancreas.
Il diabete ha diverse forme, di cui si riconoscono principalmente:
– Il diabete insulino-dipendente o di tipo 1: in questo caso, le cellule beta del pancreas che producono insulina sono distrutte completamente da un processo di auto-immunità;
– il diabete non insulino-dipendente o di tipo 2: in questo caso, la produzione di insulina da parte delle cellule beta è presente ma è inadeguata al fabbisogno, aumentato a causa del sovrappeso;
Il diabete tipo 2 è quello più comune e può essere scatenato da più cause, tra cui la predisposizione genetica, l’azione di fattori ambientali, il sovrappeso o l’obesità, o ancora una dieta sbilanciata.

La diagnosi corretta del diabete è molto importante perché nel tempo la malattia può causare complicanze anche importanti ai reni, alla retina, ai nervi periferici e al cuore.
Oltre ad un’adeguata terapia farmacologica, è importante agire anche sull’alimentazione, che in questo frangente gioca un ruolo di primaria importanza.

Dieta per diabete
La dieta ideale per il diabete non è complessa o restrittiva e può essere tranquillamente sostenuta. Si tratta di una dieta che ha lo scopo di fornire un apporto calorico giornaliero uguale a quello di una persona non diabetica (in assenza di sovrappeso), ma in più ha quattro importanti obiettivi:
1. il controllo glicemico
2. il raggiungimento ed il mantenimento del peso corporeo
3. la prevenzione ed il trattamento dei principali fattori di rischio cardiovascolare
4. il mantenimento di uno stato di benessere non solo fisico ma anche psichico.

Per cui, la dieta deve essere sempre personalizzata tenendo conto delle abitudini alimentari del soggetto e della famiglia, così come delle sue esigenze di vita di relazione.

Una attenzione particolare va poi riservata all’assunzione dei carboidrati, in un quantitativo non inferiore ai 130 e non superiore ai 300 g/giorno, che dovrebbero preferibilmente provenire da alimenti ricchi in carboidrati complessi e fibra alimentare, quali legumi, vegetali, cereali integrali e frutta.

L’importanza dell’attività fisica
L’esercizio fisico, soprattutto aerobico, è parte fondamentale del piano di trattamento del diabete e dovrebbe prevedere almeno 30 minuti di camminata al giorno (o altra forma di esercizio fisico) per un totale di tre ore di movimento la settimana.
Una regolare attività fisica, infatti, non solo aiuta a combattere lo stress, ma ha anche importanti effetti benefici sul metabolismo: migliora la sensibilità all’insulina, riduce i livelli di trigliceridi e di colesterolo cattivo (Ldl) a vantaggio di quello buono (Hdl), aiuta il controllo della pressione arteriosa e previene le malattie cardiovascolari..

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I funghi sono un cibo molto apprezzato dai palati della maggior parte delle persone.
Sono molto comuni da trovare ma difficili da identificare: bisogna infatti sempre far attenzione al tipo di fungo trovato prima di mangiarlo o cucinarlo, perché potrebbero essere dannosi o velenosi e causare intossicazioni alimentari.

I funghi possono avere diverse proprietà benefiche per il nostro organismo a seconda della specie a cui appartengono, ma alcune proprietà sono comuni a tutti i funghi.

Innanzitutto i funghi sono poco calorici, ricchi di acqua, e poveri di grassi, il che ne fa un alimento adatto per tutti coloro che vogliono perdere peso o seguire un regime nutrizionale povero di grassi.
Anche il contenuto di fibra, agendo come fattore saziante, risulta utile nei regimi alimentari ipocalorici.

Altra importante proprietà dei funghi è quella di sostenere notevolmente il sistema immunitario, fornendo un’ importante azione antibatterica.
Per tale motivo sono consigliati soprattutto durante il cambio di stagione tra estate ed autunno.

L’azione immunostimolante è potenziata anche dalla presenza di selenio, in grado di stimolare la produzione di citochine da parte dei leucociti, responsabili, nello specifico, della risposta immunitaria alle infezioni.
Il buon contenuto di selenio è benefico anche per capelli, unghie e denti, con proprietà antiossidanti.

Grazie alla presenza della vitamina B, il consumo regolare di funghi apporta benefici anche per il sistema nervoso e sul metabolismo di proteine, lipidi e carboidrati.
Inoltre i funghi forniscono al nostro organismo anche una buona dose di ferro, molto utile per evitare l’accumulo di colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo) nei vasi sanguigni ed evitare problemi alla circolazione.

Infine la presenza di potassio all’interno dei funghi fa sì che questi ultimi diventino regolatori della pressione sanguigna, svolgendo un’azione protettiva per il cuore oltre a migliorare la memoria e le funzioni cognitive.

Le controindicazioni relative ai funghi fanno riferimento fondamentalmente ad eventuali allergie, rischio di intossicazione ed eventuale consumo di funghi velenosi, ed eccesso nelle quantità.
Quindi è fondamentale fare sempre attenzione a non cogliere specie di funghi velenosi, poiché che se ingeriti possono portare ad intossicazione.
I sintomi più comuni di un’intossicazione relativa a questo alimento sono: diarrea, vomito, nausea, febbre, sudorazione, dolori addominali o macchie rosse sulla pelle.
Ma in casi più gravi possono verificarsi anche allucinazioni, ipertensione, cefalee, danni significativi al fegato o morte.
Anche i funghi sott’olio possono essere pericolosi perché, in caso di cattiva conservazione, si può sviluppare il botulino, un batterio che contamina l’alimento stesso rendendolo dannoso per l’organismo.

Altra importante raccomandazione, è quella di non eccedere con le quantità, e questo a causa di diversi fattori che riguardano tutte le specie di funghi, quindi anche quelle commestibili.
I funghi infatti risultano difficili da digerire a causa della chitina presente al loro interno, una sostanza che ostacola le normali funzionalità dell’apparato digerente.

È consigliabile non consumare i funghi crudi.
Alcuni funghi, infatti, contengono sostanze nocive, che vengono distrutte soltanto cuocendole.

Un altro consiglio è quello di prestare attenzione al processo di masticazione.
Le pareti cellulari del fungo sono spesse e la proteina contenuta nelle sue cellule viene elaborata soltanto se il fungo viene masticato bene.
Inoltre effettuare una corretta masticazione favorisce anche la digestione.

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Tra gli alimenti autunnali più comuni troviamo sicuramente i broccoli, un concentrato di vitamine, sali minerali e antiossidanti a scarso apporto calorico.

In particolare il consumo di questo alimento è super consigliato perché benefico per tutti gli organi del nostro corpo dal cuore ai polmoni, dall’intestino alle ossa, contribuendo ad allontanare l’insorgenza di alcune malattie come ictus, cancro, infarto, diabete e obesità.

Le proprietà dei broccoli sono dovute principalmente all’elevato contenuto di vitamina C: quest’ultima riesce a proteggere i tessuti dal danno ossidativo e quindi mantiene in buona salute le arterie.

I broccoli proteggono, quindi, dalle malattie cardiovascolari e contribuiscono alla funzionalità delle arterie, perché sono ricchi di sulforafano, un antiossidante che mette in atto un’azione antiaggregante delle piastrine e quindi regola la pressione arteriosa.
Gli antiossidanti, di cui abbondano i broccoli, riescono a svolgere un ruolo di primo ordine nella prevenzione del cancro, poiché agiscono contro l’invecchiamento cellulare provocato dai radicali liberi.
Anche in questo caso è il sulforafano a proteggerci, grazie alla sua capacità di inibire l’enzima istone deacetilasi (HDAC), noto per essere coinvolto nella progressione delle cellule tumorali.

I broccoli contengono anche il folato, una sostanza che secondo alcuni studi recenti si è rivelata molto importante per la prevenzione del tumore al seno.
Un’adeguata assunzione di folato nella dieta ha anche mostrato risultati promettenti nella protezione contro i tumori del colon, dello stomaco, del pancreas e del collo dell’utero.

I broccoli sono l’ideale anche per la salute del fegato e dell’intestino: riescono ad eliminare dall’organismo le tossine e i grassi che si accumulano proprio nel fegato e garantiscono un ottimo apporto di fibre, ovvero di quelle sostanze fondamentali per prevenire la stitichezza, mantenere un apparato digerente sano e funzionale, promuovendo una regolarità intestinale.

La presenza all’interno dei broccoli di Vitamine C e K permette a questo alimento di avere proprietà benefiche per la pelle e per le ossa come antiossidante, come supporto nella formazione del collagene e migliorando l’assorbimento di calcio per le ossa prevenendo l’osteoporosi.

Le controindicazioni dei broccoli sono davvero poche.
Fra gli effetti collaterali possono rientrare la formazione di gas intestinali e gonfiore, in quanto questo ortaggio è molto ricco di fibre insolubili, che possono determinare problemi di indigestione, specialmente se si soffre di gastrite o di colon irritabile.

Mangiare i broccoli crudi può essere importante per la salute, ma si deve stare attenti, perché fanno in modo che nel nostro organismo aumenti il fabbisogno di iodio: la conseguenza è che si può soffrire di una carenza di questo elemento e quindi incorrere nell’ipotiroidismo.

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Tutti sappiamo che un’ alimentazione equilibrata e una regolare attività fisica sono la chiave del benessere sin dai primi anni di vita. Vivere bene e a lungo non è solo questione di ridurre o eliminare lo stress e le cattive abitudini, ma anche alimentarsi in modo corretto per permettere al nostro corpo e alla nostra mente di dare il meglio. Oggi parliamo della dieta antiage, un tipo di dieta che mira a rallentare l’invecchiamento cellulare e quindi anche quello del nostro corpo.

Che cos’è la dieta antiage?

La dieta antiage è un tipo di alimentazione che prevede un ridotto consumo di alcuni alimenti che favoriscono l’invecchiamento; contemporaneamente, prevede un alto consumo di tutti quegli alimenti, che contengono nutrienti specifici utili a combattere l’invecchiamento, attraverso due azioni principali:

  • Tenere sotto controllo i meccanismi ormonali che innescano l’innalzamento del cortisolo (l’ormone dello stress)
  • Contrastare l’ossidazione delle strutture cellulari da parte dei radicali liberi

La dieta antiage deve essere ricca di antiossidanti (come la vitamina A, C, ed E) che bloccano i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento precoce. Ad esempio, i cereali integrali costituiscono un’ottima fonte di vitamina E.

Il pesce, soprattutto se azzurro, e la frutta secca, specialmente le noci, contrastano l’invecchiamento perchè sono ricchi di omega3 che fungono da antinfiammatori naturali.

La dieta antiage richiede l’assunzione di meno alimenti di origine animale, che apportano acidi grassi e colesterolo, a favore invece degli alimenti di origine vegetale, che contengono invece molecole antiossidanti ed antinfiammatorie. Alcol e caffè non aiutano a idratare di certo l’organismo, quindi sono meglio l’acqua naturale, le tisane e il tè verde.

Come seguire una dieta antiage

Se la dieta antiage ti interessa, è importante rivolgerti ad un nutrizionista, che saprà fornirti una dieta personalizzata, basata sulle tue caratteristiche specifiche e che comprenda tutti gli alimenti fondamentali per il benessere individuale. Inoltre, è importante ricordare che la dieta antiaging può essere realmente efficace se affiancata anche da un regolare movimento fisico che aiuta ad eliminare le tossine. I risultati sono evidenti, una pelle più idratata e pura, senza segni di stress ossidativo, affaticamento e invecchiamento precoce!

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Il melograno è un albero che appartiene alla famiglia Lythraceae e al genere Punica.
Il frutto (melagrana) è una bacca dalla forma rotonda con buccia molto dura e robusta e dai semi commestibili circondati da una polpa dal colore tipicamente rosso.
Esistono molte varietà di questa pianta, che si distinguono per dimensione e colore dei frutti, consistenza e gusto dei semi, che può essere più o meno dolce.

I frutti di melograno si prestano alla maggior parte dei regimi alimentari, in quanto gli vengono associati benefici in termini di riduzione del peso.

La presenza di fibre contribuisce a prevenire e curare la stipsi, oltre a modulare l’assorbimento intestinale.
Nello specifico, influisce sulla riduzione dell’assorbimento dei grassi, rallentando la captazione degli zuccheri.

Buona fonte di acqua e potassio, la melagrana è consigliata nella dieta di chi perde molti liquidi, soprattutto in condizioni di attività motoria elevata.
È quindi il caso di sportivi ed atleti, ma anche dei soggetti a rischio di disidratazione, come gli anziani.

I frutti del melograno rientrano tra i cibi fondamentali ricchi di vitamina e provitamina A, e ricchi di vitamina C.
Il suo consumo regolare è stato inoltre associato a benefici contro l’iperplasia prostatica benigna e il diabete.

La melagrana non presenta effetti collaterali, tuttavia, è importante rispettare le opportune quantità.
Infatti, sebbene le calorie del melograno siano ridotte, è necessario prestare attenzione alla quantità di zuccheri semplici, soprattutto quando si consuma il succo di melograno, privo di fibre.

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Nel pieno della stagione dei cachi, vale la pena fare una panoramica su quanto possa essere utile per la nostra salute e per le nostre giornate, questo tipico frutto autunnale.

Originario della Cina, il caco è una delle più antiche piante da frutta coltivate dall’uomo.
Si conoscono due tipi principali di cachi: il caco-mela, dal sapore vanigliato e polpa soda e croccante, molto simile a quella delle mele; ed il caco comune, molto dolce e dalla polpa morbida e cremosa.

È un frutto molto ricco di minerali, soprattutto potassio, calcio, magnesio e fosforo.
Abbondanti le vitamine, come la A (presente in altissima concentrazione), la C, la E e alcune del gruppo B (niacina, tiamina e riboflavina).
Anche il contenuto in antiossidanti è notevole, in particolare per quanto riguarda betacarotene, licopene e zeaxantina, per citarne alcuni.

La presenza di vitamina C rende il cachi in grado di rafforzare il nostro sistema immunitario, un alimento da portare quindi in tavola spesso soprattutto durante il periodo del cambio di stagione per proteggerci dai malanni tipici dell’autunno.

 Agendo direttamente sul fegato e sull’intestino, il cachi è un naturale lassativo grazie ai tannini e alle fibre presenti nella sua polpa. Con una raccomandazione per beneficare di questa funzione: va mangiato maturo.

Essendo una buona fonte di zuccheri e altamente energetico, è raccomandato soprattutto in caso di inappetenza e per chi pratica sport regolarmente.

Tuttavia è un frutto sconsigliato in caso di diabete a causa dell’alto indice glicemico, che provoca un innalzamento repentino della glicemia.

Da evitare o mangiare con moderazione anche in caso di sovrappeso e obesità a causa dell’elevato contenuto calorico.

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Frutti autunnali per eccellenza, le castagne sono di gran lunga l’alimento più consumato in questo periodo da uomini e donne di tutte le età.

Sono ricche di vitamine e minerali oltre che di amminoacidi e forniscono molta energia.
Le castagne infatti sono molto benefiche per il nostro organismo in quanto ripristinano la regolarità dell’intestino, riducono il colesterolo essendo ricche di fibre e hanno proprietà antibatteriche oltre che antiossidanti.

Inoltre apportano benefici anche al sistema nervoso, in particolare ci aiutano a mantenere una buona memoria e aiutano a prevenire malattie neurodegenerative grazie alla presenza della vitamina E.

La castagna è un alimento ad alto contenuto calorico e quindi è super consigliato per chi, dopo un’attività fisica molto dispendiosa, vuole recuperare in fretta le proprie energie.
Questo amatissimo frutto non contiene tracce di glutine e quindi può essere consumato anche da soggetti celiaci.

Un normale consumo di castagne, non presenta particolari controindicazioni; un consumo eccessivo però potrebbe generare ipersensibilità ai soggetti affetti da disturbi gastrointestinali, soprattutto la sindrome del colon irritabile. Essendo inoltre una buona fonte di zuccheri, sono sconsigliate ai soggetti diabetici o con problemi di peso eccessivo.

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Creiamo insieme un percorso alimentare personalizzato che potrai seguire comodamente da casa, per permetterti di raggiungere i tuoi obiettivi di benessere senza troppi sacrifici.

La rapa da sempre considerata un ortaggio di poco valore, un cibo povero e volgare, da contadini.

Tuttavia, possiede numerose caratteristiche benefiche per la salute e può essere utilizzata in molte ricette, con cotture diverse, come ad esempio al vapore, cottura grazie alla quale mantiene tutte le proprietà nutrizionali.

Si tratta di un ortaggio molto ricco di acqua, fibre, e minerali. In particolareferro, magnesio, zinco, manganese, rame, selenio, sodio, potassio, fosforo, calcio e potassio.

Le rape sono alimenti ricchi anche di vitamine, specialmente di vitamina A, B-carotene e vitamina C.
Sembra che addirittura contenga più vitamina C delle arance.

 Le varietà di rape, più comuni sono:

  • Rossa: con una forma tonda e un colore che va dal rosso acceso al viola.
  • Bianca: la buccia è bianca anche se a volte si presenta con una colorazione violacea nella parte superiore.
  • Cime di rapa: si presentano con un sapore intenso e gustoso, anche se sono leggerissime.

Moltissimi sono i benefici che le rape possono apportare all’organismo:

  • proprietà antiossidanti grazie alla presenza di quercitina, importante nella prevenzione delle malattie cardiovascolari ma anche come anti tumorale;
  • proprietà antinfiammatorie e di rinforzo della mucosa gastrica;
  • utili per contrastare i dolori mestruali;
  • grazie all’elevata presenza di calcio sono ideali per la crescita e per il mantenimento in salute delle ossa;
  • le vitamine e gli antiossidanti che contengono, hanno la funzione di rendere più belli e sani i nostri capelli e la pelle.

Inoltre, come molti suoi parenti della famiglia delle crucifere, la rapa bianca è amica della disintossicazione.
Il contenuto di zolfo e fitonutrienti, quali i glucosinolati, aiutano infatti ad attivare gli enzimi della detossinazione e della pulizia del sangue dalle tossine.

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