La B.I.A. è un sistema d’indagine in terapia e diagnostica nutrizionale sia per adulti che per bambini, ma ancora più importante nei soggetti sportivi.

Questo particolare esame, infatti, si avvale della capacità di stimare la massa magra e la massa grassa, tenendo conto anche della quantità di acqua presente nel nostro corpo, rendendolo perciò attualmente tra i metodi più sicuri e precisi.

Le misurazioni Bioimpedenziometriche nella pratica sportiva sono fondamentali per:
– la programmazione corretta degli allenamenti;
– la valutazione del metabolismo basale e del dispendio energetico;
– la valutazione e il monitoraggio dei fluidi intra ed extracellulari;
– la valutazione dell’angolo di fase come indice dello stato fisico generale.

Tutti questi parametri influenzano in maniera significativa la prestazione fisica, soprattutto lo stato di idratazione.
Questo perché l’acqua contribuisce alla riserva di energia immagazzinata attraverso il glicogeno muscolare: se non vi è una corretta idratazione, viene facilitata la trasformazione del glucosio ematico in grasso piuttosto che in glicogeno. Inoltre se le cellule muscolari non hanno sufficiente idratazione, l’acqua viene sottratta al sangue, provocando un abbassamento della pressione arteriosa e aumento dello stress cardiaco, oltre che uno stato di stanchezza che incide sulla performance sportiva.

Il test si svolge grazie all’applicazione di elettrodi su mani e piedi del soggetto, che rilasciando una lieve corrente elettrica, forniscono la possibilità all’apparecchio di misurare la resistenza offerta dall’organismo a tale passaggio di elettricità. Ciò nonostante si tratta di un metodo assolutamente indolore e non invasivo.

Solitamente, per effettuare la procedura, ci sono dei piccoli accorgimenti: non ci si allena nello stesso giorno che la si effettua e non bisogna mangiare o ingerire cibo acidi nelle 6 ore precedenti. È preferibile mangiare solo verdure e una portata di riso bollito.

Il costo medio del trattamento si aggira intorno ai € 30.
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Conosciuto e usato fin da tempi antichissimi, l’olio di oliva è il grasso più usato nella dieta mediterranea. Sono innumerevoli gli studi che ne evidenziano le qualità nutrizionali, dichiarandolo il migliore e il più adatto all’alimentazione, tra tutti i grassi alimentari di largo consumo.
Un primato che nasce dal fatto che l’extravergine è l’unico olio ad essere prodotto senza l’aiuto di solventi chimici o altri interventi industriali, come accade invece per altri oli o grassi vegetali. L’ olio extravergine di oliva, infatti, è rimasto negli anni un prodotto genuino e naturale, una spremuta di olive che trasferisce all’olio tutte le sostanze preziose contenute nella materia prima.

Ricco di proprietà benefiche per l’organismo, questo alimento non solo è stato definito salutare, ma anche medicinale.
È particolarmente ricco di acidi grassi monoinsaturi, che tra le sostanze grasse sono le più attive per la prevenzione dei disturbi cardiovascolari, e povero invece di grassi saturi, responsabili dell’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue e direttamente legati a problematiche come l’occlusione delle arterie, l’arteriosclerosi, l’infarto del miocardio.
L’abbondante presenza di acido oleico, un grasso monoinsaturo capace di regolare i livelli di colesterolo, permette di ridurre il livello di colesterolo LDL, “cattivo”, rispetto al livello del colesterolo HDL, “buono”.
Inoltre, l’acido oleico previene le lesioni arteriose e riduce il rischio di ictus, trombosi e coronaropatie.

A distinguere l’olio extravergine d’oliva dagli altri oli è anche il contenuto di polifenoli, potentissimi antiossidanti naturali che proteggono l’integrità delle membrane cellulari, garantendo una difesa contro la formazione e lo sviluppo di molti tipi di tumori, e contrastando la perdita di memoria e l’alterazione delle altre funzioni cognitive legata all’invecchiamento.

Rilevante è anche la presenza di vitamina E, un altro potente antiossidante che protegge le membrane cellulari dai processi d’invecchiamento. Questa importante vitamina svolge attività antitrombotiche e rinforza le pareti dei capillari. Inoltre regolarizza la produzione di ormoni sessuali maschili e femminili e li protegge dall’ossidazione.

L’assunzione quotidiana di olio extravergine d’oliva è, quindi, utile per prevenire numerose patologie!
Come assumerlo?
L’ extravergine è particolarmente resistente alle alterazioni. Questo significa che, se ben conservato, sopporta bene la cottura, raggiungendo temperature anche elevate senza dar luogo alla formazione di sostanze nocive, cosa che invece succede quando si utilizzano oli ricchi di grassi polinsaturi. È la scelta migliore quando si parla di condimenti, anche per sapore e fragranza.
Inoltre l’olio extravergine di oliva è il solo condimento che si inserisce nello svezzamento dei lattanti perché contiene grassi polinsaturi essenziali w6 ed w3 in corretto rapporto tra loro, analogamente a quanto avviene nel latte materno.

Per maggiori informazioni consulta il Dott. Giuseppe Pisano.

Non è possibile stabilire dei valori di pressione ideali, ossia uguali per tutta la popolazione. La pressione infatti può subire delle variazioni in relazione al sesso, all’età, al peso corporeo, ma anche all’apparecchio utilizzato e allo stato psicofisico e di salute generale in cui viene misurata.
Tenuto conto di queste possibili condizioni di variabilità, in età adulta si ritiene ideale una pressione contenuta fra 115-130 mmHg nei valori massimi e fra 75-85 mmHg nei valori minimi. Valori eccedenti queste soglie determineranno quindi una condizione ancora di normalità ma meritevole di attenzione e periodiche misurazioni.

Possiamo parlare invece di ipertensione quando la pressione massima sarà superiore ai 140 mmHg e la minima ai 90 mmHg. Nella maggior parte dei casi questa condizione è asintomatica. Ciò significa che non dà disturbi specifici e che molti pazienti possono convivere bene e a lungo con la pressione alta senza saperlo. Solo di rado l’ipertensione si manifesta con palpitazioni, vertigini, cefalea, nervosismo, stanchezza, ronzii e disturbi visivi.

Cambiamenti nella dieta e nello stile di vita, come riduzione dei chili in eccesso, aumento dell’attività fisica ed astensione dal fumo, portano ottimi benefici alla salute e al controllo della pressione arteriosa.
Il primo consiglio alimentare che viene sempre dato è di ridurre il contenuto di sodio nei nostri piatti, ovvero di limitare il sale. Questo non soltanto significa evitare piatti pronti surgelati, ma anche stare attenti in cucina alla preparazione dei cibi: per insaporire i nostri piatti possiamo usare sali integrali, che sono ricchi di molti altri minerali, o arricchirli con le erbe aromatiche, come rosmarino, salvia, menta, origano, melissa, timo, santoreggia, alloro, dragoncello, erba cipollina, o divertirci ad imparare ad utilizzare le spezie!

Vanno rigorosamente evitati i salumi e gli insaccati, e la limitazione si estende ai prodotti in scatola come i legumi e il mais che posso contenere aggiunte di sale e correttori, per i quali si consiglia una lettura attenta dell’etichetta.
Da evitare anche i formaggi, soprattutto stagionati, cercando di ripiegare la scelta su quelli freschi.

Per quanto riguarda le preparazioni in cucina sono da controllare le fritture e gli arrosti sostituendo con modalità più semplici e salutari come la cottura a vapore o ai ferri.

Per creare un programma alimentare su misura per te, richiedi una consulenza con il Dott. Giuseppe Pisano!

La cucina italiana ha guadagnato grande popolarità in tutto il mondo grazie ai suoi sapori spettacolari. È una delle più antiche e le ricette vengono tramandate da generazione a generazione.La grande forza della cucina italiana è la varietà che la contraddistingue: in funzione delle differenze climatiche, di territorio e di quelle storiche, l’Italia offre un ampio assortimento in ambito culinario spostandosi da regione in regione.

Le differenze climatiche e di territorio sono evidenti in quanto si passa dalle alpi, con clima tipicamente montano, alla pianura padana, dal clima continentale, alle colline del centro, alle zone costiere, fino ad arrivare alle regioni del sud e alle isole, con il loro clima temperato. Queste differenze si ripercuotono non solo sulla materia prima disponibile, come ad esempio il pesce sulle coste, o la carne nell’entroterra, ma anche sulla lavorazione e la trasformazione dei prodotti.

Si tratta di una cucina ricchissima, nutriente e salutare, tramandata da secoli attraverso la vita familiare, d’impronta soprattutto contadina e, in quanto tale, vicina alla terra e ai suoi prodotti.

Caratterizzata dalla sua abbondanza nel gusto e nei condimenti, ha come classico esempio la dieta mediterranea, riconosciuta come patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO nel 2010, e ritenuta la più famosa gastronomia al mondo.
I piatti tipici della dieta mediterranea sono vivaci e colorati, con tanti ingredienti freschi cucinati con preparazioni leggere. La cottura delicata ne esalta i sapori e preserva le preziose sostanze nutritive senza appesantire le pietanze, mentre i cibi dolci e i grassi si usano con parsimonia e solo nelle occasioni speciali.

È considerata un vero toccasana per il benessere ed è adatta a tutti. La sua efficacia aumenta quando viene accompagnata da uno stile di vita salutare, con tanto sole e attività fisica.

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La forfora è un’affezione dermatologica estremamente comune, più frequente nel sesso maschile. Si manifesta con una desquamazione del cuoio capelluto di entità molto variabile: può infatti essere da lieve a molto intensa e da occasionale a cronica.

Le cause possono essere diverse: patologiche, ambientali o anche psicologiche. Tuttavia esistono rimedi naturali che posso aiutare a prevenire, contrastare e ridurre questo problema.

Anche in questo caso l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale, poiché una dieta sana ed equilibrata garantisce al cuoio capelluto e ai capelli, tutti i nutrienti di cui hanno bisogno.

 In generale, si consiglia quindi un’alimentazione che preveda:

  • cibi ricchi di acidi grassi essenziali polinsaturi omega 3 e omega 6, contenuti soprattutto nei prodotti della pesca;
  • vitamina A, vitamina C e vitamina E, contenute maggiormente nella frutta e nella verdura;
  • minerali, quali zinco e selenio, presenti nella carne, nelle uova e nel latte;
  • fibre, contenute ad esempio nei cereali integrali, che vanno preferiti a quelli raffinati;
  • proteine vegetali, di cui un’ottima fonte sono i legumi.

È opportuno, inoltre, limitare il consumo di cibi ricchi di grassi, come ad esempio salumi, fritture, panna, piatti pronti o formaggi non magri, oltre al consumo di alcolici e caffè.

Talvolta i disturbi di capelli e cuoio capelluto possono essere causati da un apporto inadeguato di ferro. È consigliabile, quindi, controllare i valori di ferro nel sangue e, in caso di carenza o di eccesso, seguire un’alimentazione che aiuti a riequilibrarne i livelli, ovviamente sempre sotto controllo di uno specialista.

 

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Le feste di fine anno non favoriscono la regolarità degli allenamenti. Il tempo passa velocemente, i pasti abbondanti si susseguono rendendo difficile trovare il momento opportuno per dedicarsi all’attività fisica.

Il corpo di un atleta, allenato e nutrito adeguatamente, è estremamente reattivo, soprattutto metabolicamente. Questo è sicuramente un vantaggio, ma ci sono anche lati negativi: così come riesce a bruciare velocemente carichi nutritivi importanti, riesce anche a immagazzinarli altrettanto velocemente. Ecco perché un atleta rischia di risentire, più di un sedentario, uno squilibrio nutritivo improvviso anche durante l’allenamento.

L’attività fisica durante le feste è quindi fondamentale per mantenere sempre attivo il metabolismo e poter fronteggiare l’assunzione di maggiori kcal rispetto al solito.

Tuttavia ci sono delle regole d’oro da seguire che riguardano anche l’alimentazione, per evitare di affaticare eccessivamente il nostro apparato digerente durante le feste:

⦁ mantenere la scheda alimentare il più possibile, evitando i fuori pasto e rispettando i pasti principali e gli spuntini necessari;
⦁ non saltare i pasti credendo di “compensare” con un solo pasto molto abbondante. Questo crea uno squilibrio ancora maggiore nel metabolismo, mettendo in moto quei meccanismi di deposito che bisogna invece evitare assolutamente;
⦁ evitare le abbuffate di carni troppo grasse e dolci con troppe creme, riservando, se possibile, pandori e panettoni alla colazione e non al dopo pasto;
⦁ evitare di allenarsi dopo pasti molto abbondanti, poiché, se non venisse rispettato il tempo della digestione, si affaticherebbe troppo il fegato e il pancreas e ne risentirebbero sia lo stomaco che i muscoli. È infatti consigliabile scegliere le prime ore del mattino per dedicarsi all’attività fisica.

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Quando le temperature sono basse, oltre a coprirti bene e a mantenere l’ambiente caldo, puoi scegliere i piatti ideali per fronteggiarle. Una dieta equilibrata e bilanciata è infatti particolarmente utile d’inverno per contrastare gli effetti negativi del gelo.

È quindi fondamentale scegliere alimenti che hanno la capacità di riscaldare l’organismo e di aiutare a combattere lo stress che può derivare dal freddo, rinforzando il sistema immunitario e prevenendo i malanni di stagione.

Il regime alimentare deve essere sempre vario e bilanciato, ma ci sono 3 gruppi di alimenti particolarmente essenziali e completi dal punto di vista nutrizionale: zuppevegetali e frutta secca. Gli altri cibi vanno alternati mantenendo la centralità di questi, utilissimi per l’organismo.

Le zuppe e le minestre sono piatti unici facili da preparare, nutrienti e a misura di dieta.  In generale l’abbinamento fra cereali e legumi caldi è il massimo sia in termini nutrizionali che di approvvigionamento di cibo sano e antiossidante.

Anche frutta e verdura, ricche di sali minerali e di vitamine, sono fondamentali per il loro potere antiossidante e antinfiammatorio. È essenziale rafforzare l’organismo e sostenerlo nella prevenzione delle influenze stagionali. È bene mangiare frutta e verdura ricca di vitamina A, come zucca, radicchio e carote, e di vitamina C come i kiwi e gli agrumi. L’ideale è abbinarle a secondi piatti di pesce e carne, fondamentali in una dieta equilibrata.

Da abbinare anche alle verdure, la frutta secca ha un gusto avvolgente e una grande ricchezza di minerali che proteggono il sistema immunitario.  Tuttavia, si consiglia di non esagerare con le quantità: è vero che con il freddo l’organismo ha bisogno di più energia per produrre calore, ma noci, mandorle e nocciole, sono molto caloriche e possono far prendere peso.

Tutte le fonti proteiche sono importanti con il freddo: il consumo di proteine attiva infatti la termogenesi, ovvero la produzione di calore. Sempre meglio privilegiare le carni bianche e il pesce azzurro,  perché nutrono senza appesantire e bilanciano i tempi digestivi. Per contrastare il freddo, potrebbe essere un’idea preparali al forno con un contorno di verdure miste, e servili ben caldi.

Per combattere il freddo, inoltre, possiamo ricorrere anche alle bevande calde. Una tazza di latte caldo, ad esempio, è l’emblema del calore e del nutrimento. Si consiglia di consumarla di giorno piuttosto che la sera, per non appesantire la digestione.

Anche le tisane e il tè riscaldano, oltre ad avere un effetto rilassante, depurativo e spesso anche antiossidante, come ad esempio il tè verde. Ideali nel pomeriggio o prima di andare a letto.

 

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I dolori articolari possono essere sintomo di numerose condizioni patologiche e non. In alcuni casi, il disturbo è il risultato di un semplice affaticamento o di infezioni come l’influenza; altre volte, questa manifestazione è la conseguenza di patologie a carico dell’articolazione stessa, delle strutture ossee o di legamenti, tendini o parti molli circostanti.

Le problematiche a carico delle articolazioni sono spesso accompagnate da una coesione di fattori negativi che impediscono al nostro organismo di ristabilire una situazione di normalità. Vita sedentaria, assunzione di una posizione scorretta e un’alimentazione sbagliata, sono i fattori che influiscono maggiormente.

Per chi soffre di artrosi, quindi, è consigliabile eliminare i chili in eccesso, poiché è fondamentale ridurre il carico sulle articolazioni portanti. Infatti, secondo recenti studi, le persone in sovrappeso che dimagriscono hanno una riduzione significativa dei disturbi legati all’artrosi del ginocchio in soli tre mesi.

In secondo luogo, ridurre i tessuti adiposi è importante perché, oltre a ridurre il carico, si inibisce la produzione di adipochine, ormoni ad azione infiammatoria rilasciati proprio dai cuscinetti adiposi. Attraverso il metabolismo, le adipochine si diffondono in tutto l’organismo intensificando o causando le infiammazioni. Per questo motivo vale la pena normalizzare il peso corporeo anche se l’artrosi interessa la colonna cervicale o le articolazioni delle dita.

È importante orientarsi su un’alimentazione equilibrata e varia, che preveda una regolare assunzione di:

  • vitamine E e C , utili per proteggere le articolazioni dallo stress ossidativo ovvero radicali liberi;
  • vitamine del gruppo B, ottime per migliorare la motilità articolare, la forza muscolare e diminuire stanchezza e l’affaticamento;
  • omega 3, acidi grassi essenziali con una potente azione antinfiammatoria e rigenerante del sistema nervoso e dei nervi;
  • sali minerali coinvolti nel metabolismo osseo come, calcio , boro, magnesio, per preservare il sistema osseo e articolare, oltre a zinco selenio che hanno anche un forte potere antiossidante.

Per ridurre lo stato infiammatorio, invece, occorre limitare il consumo di cibi che possono incrementarlo come zuccheri semplici , carne e insaccati . Questi ultimi in particolare contengono abbondanti quantità di acido arachidonico, precursore delle prostaglandine, sostanze che innescano il fenomeno infiammatorio.

Per creare una dieta specifica, rivolgiti ad un professionista! Prenota la tua consulenza con il Dott. Giuseppe Pisano.

La prostata è una ghiandola che fa parte dell’apparato uro-genitale maschile. Anche se i disturbi che la colpiscono hanno gradi diversi di gravità, esistono dei fattori comuni che aumentano la predisposizione: età, genetica e obesità.
Infatti, il rischio di ammalarsi di qualunque patologia che interessi la prostata, aumenta progressivamente dai 50 anni in poi. Inoltre sembrerebbe che gli uomini in forte sovrappeso siano esposti in percentuale maggiore anche in età giovanile.

Esistono però modelli di vita e misure preventive che possono salvaguardare la salute della prostata:
A. mantenere il peso forma seguendo una dieta equilibrata, ricca di fibre e antiossidanti;
B. condurre una regolare attività fisica per mantenere il corpo attivo e ridurre la sedentarietà.
Per assicurarsi di fornire al proprio organismo i giusti nutrienti è quindi fondamentale seguire un regime alimentare che preveda:
⦁ un aumento del consumo di frutta e verdura, specie quella ricca di betacortene e vitamina C;
⦁ maggiore consumo di pesce, soprattutto quello grasso come salmone e sgombro;
⦁ limitare il consumo di zuccheri e bibite gassate;
⦁ limitare il consumo di proteine di origine animale, specie la carne rossa;
⦁ ridurre l’assunzione di grassi, soprattutto di origine animale come insaccati, formaggi e carni grasse;
⦁ limitare l’utilizzo di alcol.

Per creare un programma alimentare specifico per le tue esigenze, è importante la collaborazione di un nutrizionista. Prenota una consulenza con il Dott. Giuseppe Pisano!

L’ovaio policistico è una condizione molto diffusa nelle donne in età fertile, caratterizzata dalla presenza di:

⦁ irregolarità del ciclo mestruale che possono associarsi a infertilità;
⦁ aumentata produzione di ormoni maschili;
⦁ ovaie ingrandite con presenza di cisti di diverse dimensioni.
Nonostante siano chiari alcuni dei principali fattori di rischio, l’innesco della malattia risulta ancora poco definito. Tra i fattori principali troviamo: predisposizione familiare; insulino-resistenza; obesità.
Il trattamento più efficace contro l’insulino-resistenza e l’obesità, fattori strettamente collegati, è rappresentato da uno stile di vita sano, basato su una regolare attività fisica ed una alimentazione equilibrata che favorisca il controllo del peso.
Dal punto di vista prettamente alimentare è importante seguire una dieta con indice glicemico controllato. L’indice glicemico indica la velocità con la quale la glicemia si innalza a seguito dell’assunzione di un alimento, è auspicabile quindi ridurre la quantità di zuccheri semplici assunti e controllare l’apporto di quelli complessi.
È necessario seguire un regime alimentare che preveda:
a. un’adeguata assunzione di fibra;
b. almeno una porzione di verdura ad ogni pasto per permettere una corretta introduzione di sali minerali, vitamine e antiossidanti;
c. un regolare consumo di frutta di stagione;
d. preferire riso, pasta e pane integrali in alternativa ai corrispettivi raffinati.
Per creare un programma alimentare adeguato ai tuoi bisogni, richiedi una consulenza al Dott. Giuseppe Pisano!