Seguire diete ipocaloriche molto restrittive, alternandole a periodi di regime libero e incontrollato, porta il tuo peso a diminuire ed aumentare. Questa oscillazione prende il nome di effetto yo-yo.

All’origine dell’effetto yo-yo c’è quindi sempre una dieta dimagrante troppo privativa, a cui segue un aumento di peso non appena si torna a mangiare normalmente. Le cause possono essere di varia natura, fisiologiche ma anche psicologiche.

Quando si cerca di dimagrire seguendo una dieta troppo restrittiva, il corpo rallenta le sue attività per economizzare le energie, ovvero tende a conservare le riserve di grasso e a bruciare di meno. Questo ha effetti negativi sul metabolismo, che dopo una dieta molto squilibrata rallenta: ci porta a riprendere rapidamente peso una volta tornati ad un regime alimentare normocalorico e rende, inoltre, sempre più difficile dimagrire anche in futuro.

Il microbioma intestinale e le sue alterazioni giocano un ruolo cruciale nel determinare l’effetto yo-yo: si tratta di un insieme di microrganismi che popolano il nostro intestino che è in grado di compromettere il benessere del nostro organismo, se non è in equilibrio.

Anche gli ormoni possono renderci più esposti a nuovi aumenti di peso dopo una dieta, poiché regolano l’appetito.

Tra le cause dell’effetto yo-yo ci sono anche ragioni psicologiche, in particolare la cosiddetta “alimentazione emotiva”, che porta a mangiare in modo incontrollato non per esigenze nutrizionali ma come risposta a un’emozione negativa, come rabbia, noia, tristezza.

Per combattere questo fenomeno è quindi importante rivedere le proprie abitudini alimentari e la propria idea di dieta, modificando il proprio approccio con il cibo, in modo da restituirgli il suo giusto ruolo.

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La B.I.A. è un sistema d’indagine in terapia e diagnostica nutrizionale sia per adulti che per bambini, ma ancora più importante nei soggetti sportivi.

Questo particolare esame, infatti, si avvale della capacità di stimare la massa magra e la massa grassa, tenendo conto anche della quantità di acqua presente nel nostro corpo, rendendolo perciò attualmente tra i metodi più sicuri e precisi.

Le misurazioni Bioimpedenziometriche nella pratica sportiva sono fondamentali per:
– la programmazione corretta degli allenamenti;
– la valutazione del metabolismo basale e del dispendio energetico;
– la valutazione e il monitoraggio dei fluidi intra ed extracellulari;
– la valutazione dell’angolo di fase come indice dello stato fisico generale.

Tutti questi parametri influenzano in maniera significativa la prestazione fisica, soprattutto lo stato di idratazione.
Questo perché l’acqua contribuisce alla riserva di energia immagazzinata attraverso il glicogeno muscolare: se non vi è una corretta idratazione, viene facilitata la trasformazione del glucosio ematico in grasso piuttosto che in glicogeno. Inoltre se le cellule muscolari non hanno sufficiente idratazione, l’acqua viene sottratta al sangue, provocando un abbassamento della pressione arteriosa e aumento dello stress cardiaco, oltre che uno stato di stanchezza che incide sulla performance sportiva.

Il test si svolge grazie all’applicazione di elettrodi su mani e piedi del soggetto, che rilasciando una lieve corrente elettrica, forniscono la possibilità all’apparecchio di misurare la resistenza offerta dall’organismo a tale passaggio di elettricità. Ciò nonostante si tratta di un metodo assolutamente indolore e non invasivo.

Solitamente, per effettuare la procedura, ci sono dei piccoli accorgimenti: non ci si allena nello stesso giorno che la si effettua e non bisogna mangiare o ingerire cibo acidi nelle 6 ore precedenti. È preferibile mangiare solo verdure e una portata di riso bollito.

Il costo medio del trattamento si aggira intorno ai € 30.
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Conosciuto e usato fin da tempi antichissimi, l’olio di oliva è il grasso più usato nella dieta mediterranea. Sono innumerevoli gli studi che ne evidenziano le qualità nutrizionali, dichiarandolo il migliore e il più adatto all’alimentazione, tra tutti i grassi alimentari di largo consumo.
Un primato che nasce dal fatto che l’extravergine è l’unico olio ad essere prodotto senza l’aiuto di solventi chimici o altri interventi industriali, come accade invece per altri oli o grassi vegetali. L’ olio extravergine di oliva, infatti, è rimasto negli anni un prodotto genuino e naturale, una spremuta di olive che trasferisce all’olio tutte le sostanze preziose contenute nella materia prima.

Ricco di proprietà benefiche per l’organismo, questo alimento non solo è stato definito salutare, ma anche medicinale.
È particolarmente ricco di acidi grassi monoinsaturi, che tra le sostanze grasse sono le più attive per la prevenzione dei disturbi cardiovascolari, e povero invece di grassi saturi, responsabili dell’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue e direttamente legati a problematiche come l’occlusione delle arterie, l’arteriosclerosi, l’infarto del miocardio.
L’abbondante presenza di acido oleico, un grasso monoinsaturo capace di regolare i livelli di colesterolo, permette di ridurre il livello di colesterolo LDL, “cattivo”, rispetto al livello del colesterolo HDL, “buono”.
Inoltre, l’acido oleico previene le lesioni arteriose e riduce il rischio di ictus, trombosi e coronaropatie.

A distinguere l’olio extravergine d’oliva dagli altri oli è anche il contenuto di polifenoli, potentissimi antiossidanti naturali che proteggono l’integrità delle membrane cellulari, garantendo una difesa contro la formazione e lo sviluppo di molti tipi di tumori, e contrastando la perdita di memoria e l’alterazione delle altre funzioni cognitive legata all’invecchiamento.

Rilevante è anche la presenza di vitamina E, un altro potente antiossidante che protegge le membrane cellulari dai processi d’invecchiamento. Questa importante vitamina svolge attività antitrombotiche e rinforza le pareti dei capillari. Inoltre regolarizza la produzione di ormoni sessuali maschili e femminili e li protegge dall’ossidazione.

L’assunzione quotidiana di olio extravergine d’oliva è, quindi, utile per prevenire numerose patologie!
Come assumerlo?
L’ extravergine è particolarmente resistente alle alterazioni. Questo significa che, se ben conservato, sopporta bene la cottura, raggiungendo temperature anche elevate senza dar luogo alla formazione di sostanze nocive, cosa che invece succede quando si utilizzano oli ricchi di grassi polinsaturi. È la scelta migliore quando si parla di condimenti, anche per sapore e fragranza.
Inoltre l’olio extravergine di oliva è il solo condimento che si inserisce nello svezzamento dei lattanti perché contiene grassi polinsaturi essenziali w6 ed w3 in corretto rapporto tra loro, analogamente a quanto avviene nel latte materno.

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Non è possibile stabilire dei valori di pressione ideali, ossia uguali per tutta la popolazione. La pressione infatti può subire delle variazioni in relazione al sesso, all’età, al peso corporeo, ma anche all’apparecchio utilizzato e allo stato psicofisico e di salute generale in cui viene misurata.
Tenuto conto di queste possibili condizioni di variabilità, in età adulta si ritiene ideale una pressione contenuta fra 115-130 mmHg nei valori massimi e fra 75-85 mmHg nei valori minimi. Valori eccedenti queste soglie determineranno quindi una condizione ancora di normalità ma meritevole di attenzione e periodiche misurazioni.

Possiamo parlare invece di ipertensione quando la pressione massima sarà superiore ai 140 mmHg e la minima ai 90 mmHg. Nella maggior parte dei casi questa condizione è asintomatica. Ciò significa che non dà disturbi specifici e che molti pazienti possono convivere bene e a lungo con la pressione alta senza saperlo. Solo di rado l’ipertensione si manifesta con palpitazioni, vertigini, cefalea, nervosismo, stanchezza, ronzii e disturbi visivi.

Cambiamenti nella dieta e nello stile di vita, come riduzione dei chili in eccesso, aumento dell’attività fisica ed astensione dal fumo, portano ottimi benefici alla salute e al controllo della pressione arteriosa.
Il primo consiglio alimentare che viene sempre dato è di ridurre il contenuto di sodio nei nostri piatti, ovvero di limitare il sale. Questo non soltanto significa evitare piatti pronti surgelati, ma anche stare attenti in cucina alla preparazione dei cibi: per insaporire i nostri piatti possiamo usare sali integrali, che sono ricchi di molti altri minerali, o arricchirli con le erbe aromatiche, come rosmarino, salvia, menta, origano, melissa, timo, santoreggia, alloro, dragoncello, erba cipollina, o divertirci ad imparare ad utilizzare le spezie!

Vanno rigorosamente evitati i salumi e gli insaccati, e la limitazione si estende ai prodotti in scatola come i legumi e il mais che posso contenere aggiunte di sale e correttori, per i quali si consiglia una lettura attenta dell’etichetta.
Da evitare anche i formaggi, soprattutto stagionati, cercando di ripiegare la scelta su quelli freschi.

Per quanto riguarda le preparazioni in cucina sono da controllare le fritture e gli arrosti sostituendo con modalità più semplici e salutari come la cottura a vapore o ai ferri.

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La forfora è un’affezione dermatologica estremamente comune, più frequente nel sesso maschile. Si manifesta con una desquamazione del cuoio capelluto di entità molto variabile: può infatti essere da lieve a molto intensa e da occasionale a cronica.

Le cause possono essere diverse: patologiche, ambientali o anche psicologiche. Tuttavia esistono rimedi naturali che posso aiutare a prevenire, contrastare e ridurre questo problema.

Anche in questo caso l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale, poiché una dieta sana ed equilibrata garantisce al cuoio capelluto e ai capelli, tutti i nutrienti di cui hanno bisogno.

 In generale, si consiglia quindi un’alimentazione che preveda:

  • cibi ricchi di acidi grassi essenziali polinsaturi omega 3 e omega 6, contenuti soprattutto nei prodotti della pesca;
  • vitamina A, vitamina C e vitamina E, contenute maggiormente nella frutta e nella verdura;
  • minerali, quali zinco e selenio, presenti nella carne, nelle uova e nel latte;
  • fibre, contenute ad esempio nei cereali integrali, che vanno preferiti a quelli raffinati;
  • proteine vegetali, di cui un’ottima fonte sono i legumi.

È opportuno, inoltre, limitare il consumo di cibi ricchi di grassi, come ad esempio salumi, fritture, panna, piatti pronti o formaggi non magri, oltre al consumo di alcolici e caffè.

Talvolta i disturbi di capelli e cuoio capelluto possono essere causati da un apporto inadeguato di ferro. È consigliabile, quindi, controllare i valori di ferro nel sangue e, in caso di carenza o di eccesso, seguire un’alimentazione che aiuti a riequilibrarne i livelli, ovviamente sempre sotto controllo di uno specialista.

 

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Quando le temperature sono basse, oltre a coprirti bene e a mantenere l’ambiente caldo, puoi scegliere i piatti ideali per fronteggiarle. Una dieta equilibrata e bilanciata è infatti particolarmente utile d’inverno per contrastare gli effetti negativi del gelo.

È quindi fondamentale scegliere alimenti che hanno la capacità di riscaldare l’organismo e di aiutare a combattere lo stress che può derivare dal freddo, rinforzando il sistema immunitario e prevenendo i malanni di stagione.

Il regime alimentare deve essere sempre vario e bilanciato, ma ci sono 3 gruppi di alimenti particolarmente essenziali e completi dal punto di vista nutrizionale: zuppevegetali e frutta secca. Gli altri cibi vanno alternati mantenendo la centralità di questi, utilissimi per l’organismo.

Le zuppe e le minestre sono piatti unici facili da preparare, nutrienti e a misura di dieta.  In generale l’abbinamento fra cereali e legumi caldi è il massimo sia in termini nutrizionali che di approvvigionamento di cibo sano e antiossidante.

Anche frutta e verdura, ricche di sali minerali e di vitamine, sono fondamentali per il loro potere antiossidante e antinfiammatorio. È essenziale rafforzare l’organismo e sostenerlo nella prevenzione delle influenze stagionali. È bene mangiare frutta e verdura ricca di vitamina A, come zucca, radicchio e carote, e di vitamina C come i kiwi e gli agrumi. L’ideale è abbinarle a secondi piatti di pesce e carne, fondamentali in una dieta equilibrata.

Da abbinare anche alle verdure, la frutta secca ha un gusto avvolgente e una grande ricchezza di minerali che proteggono il sistema immunitario.  Tuttavia, si consiglia di non esagerare con le quantità: è vero che con il freddo l’organismo ha bisogno di più energia per produrre calore, ma noci, mandorle e nocciole, sono molto caloriche e possono far prendere peso.

Tutte le fonti proteiche sono importanti con il freddo: il consumo di proteine attiva infatti la termogenesi, ovvero la produzione di calore. Sempre meglio privilegiare le carni bianche e il pesce azzurro,  perché nutrono senza appesantire e bilanciano i tempi digestivi. Per contrastare il freddo, potrebbe essere un’idea preparali al forno con un contorno di verdure miste, e servili ben caldi.

Per combattere il freddo, inoltre, possiamo ricorrere anche alle bevande calde. Una tazza di latte caldo, ad esempio, è l’emblema del calore e del nutrimento. Si consiglia di consumarla di giorno piuttosto che la sera, per non appesantire la digestione.

Anche le tisane e il tè riscaldano, oltre ad avere un effetto rilassante, depurativo e spesso anche antiossidante, come ad esempio il tè verde. Ideali nel pomeriggio o prima di andare a letto.

 

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La prostata è una ghiandola che fa parte dell’apparato uro-genitale maschile. Anche se i disturbi che la colpiscono hanno gradi diversi di gravità, esistono dei fattori comuni che aumentano la predisposizione: età, genetica e obesità.
Infatti, il rischio di ammalarsi di qualunque patologia che interessi la prostata, aumenta progressivamente dai 50 anni in poi. Inoltre sembrerebbe che gli uomini in forte sovrappeso siano esposti in percentuale maggiore anche in età giovanile.

Esistono però modelli di vita e misure preventive che possono salvaguardare la salute della prostata:
A. mantenere il peso forma seguendo una dieta equilibrata, ricca di fibre e antiossidanti;
B. condurre una regolare attività fisica per mantenere il corpo attivo e ridurre la sedentarietà.
Per assicurarsi di fornire al proprio organismo i giusti nutrienti è quindi fondamentale seguire un regime alimentare che preveda:
⦁ un aumento del consumo di frutta e verdura, specie quella ricca di betacortene e vitamina C;
⦁ maggiore consumo di pesce, soprattutto quello grasso come salmone e sgombro;
⦁ limitare il consumo di zuccheri e bibite gassate;
⦁ limitare il consumo di proteine di origine animale, specie la carne rossa;
⦁ ridurre l’assunzione di grassi, soprattutto di origine animale come insaccati, formaggi e carni grasse;
⦁ limitare l’utilizzo di alcol.

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L’ovaio policistico è una condizione molto diffusa nelle donne in età fertile, caratterizzata dalla presenza di:

⦁ irregolarità del ciclo mestruale che possono associarsi a infertilità;
⦁ aumentata produzione di ormoni maschili;
⦁ ovaie ingrandite con presenza di cisti di diverse dimensioni.
Nonostante siano chiari alcuni dei principali fattori di rischio, l’innesco della malattia risulta ancora poco definito. Tra i fattori principali troviamo: predisposizione familiare; insulino-resistenza; obesità.
Il trattamento più efficace contro l’insulino-resistenza e l’obesità, fattori strettamente collegati, è rappresentato da uno stile di vita sano, basato su una regolare attività fisica ed una alimentazione equilibrata che favorisca il controllo del peso.
Dal punto di vista prettamente alimentare è importante seguire una dieta con indice glicemico controllato. L’indice glicemico indica la velocità con la quale la glicemia si innalza a seguito dell’assunzione di un alimento, è auspicabile quindi ridurre la quantità di zuccheri semplici assunti e controllare l’apporto di quelli complessi.
È necessario seguire un regime alimentare che preveda:
a. un’adeguata assunzione di fibra;
b. almeno una porzione di verdura ad ogni pasto per permettere una corretta introduzione di sali minerali, vitamine e antiossidanti;
c. un regolare consumo di frutta di stagione;
d. preferire riso, pasta e pane integrali in alternativa ai corrispettivi raffinati.
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Con l’avvicinarsi della stagione invernale, si presentano anche i primi virus influenzali, che colpiscono indifferentemente tutte le fasce d’età.

I veicoli di trasmissione possono essere rappresentati dai gesti più comuni come uno starnuto, o un colpo di tosse, in quanto i virus trovano il loro habitat ideale nella saliva. Anche le mani possono essere un mezzo di trasmissione poiché possono toccare oggetti contagiati ed è facile che vengano a contatto con le porte d’ingresso dell’organismo, ovvero viso, naso e bocca.

Oltre alla vaccinazione, il modo migliore per prevenire l’influenza è dato certamente dallo stile di vita e dalla corretta ed equilibrata alimentazione, unita ad una buona igiene, che consiste, tra le altre cose, nel lavarsi le mani frequentemente.

Tra gli alimenti più indicati per contrastare i virus influenzali troviamo:
⦁ lo zenzero, che ha la funzione di scomporre l’accumulo di tossine per ridurre il rischio di qualsiasi tipo di infezione. Inoltre, consumare il tè allo zenzero contribuisce ad alleviare dolori alla gola e a diminuire i sintomi complessivamente, perché i suoi agenti disintossicanti sono particolarmente efficaci nei polmoni e nei seni nasali;
⦁ il ribes nero, ricco di vitamina C e antiossidanti che aiutano ad alleviare i dolori influenzali;
⦁ il pesce, un’ottima fonte di nutrienti e soprattutto di vitamina B12, nota per la capacità di rafforzare il sistema immunitario;
⦁ l’aglio, che stimola la produzione di “batteri buoni” nel colon e nel resto del sistema digestivo, limitando il rischio di ammalarsi;
⦁ il cavolo, una delle verdure più sane e particolarmente indicata per la prevenzione dell’influenza. Disintossica il fegato al fine di agevolare il suo lavoro di produzione delle cellule che potenziano le difese immunitarie. Inoltre anche i nutrienti presenti nel cavolo possono aiutare a combattere le infezioni.

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Per crampo si intente una contrazione involontaria, improvvisa e continua, di uno o più muscoli, che causa intenso dolore e irrigidimento muscolare.

Anche se questa condizione può colpire tutti, la categoria che in particolare è più a rischio è quella degli sportivi.
Negli sportivi il crampo, infatti, può comparire durante l’attività, poiché può capitare che si richieda ai muscoli di fare più di quanto possano, soprattutto quando si riprende a fare moto dopo un periodo di inattività oppure quando si cambia tipo di allenamento. In queste situazioni si può verificare un affaticamento muscolare e i crampi saranno la sua manifestazione.
Inoltre quando la sudorazione è eccessiva il nostro corpo perde troppi liquidi e, con questi, i sali minerali di cui i muscoli hanno bisogno per svolgere le loro funzioni, soprattutto sodio, potassio e magnesio. Questi squilibri idroelettrolitici sono un ulteriore campanello d’allarme per la comparsa di crampi.

Molto diffusi sono i crampi notturni, che colpiscono solitamente al polpaccio, la coscia e la pianta del piede. In questo caso invece, i fattori principali possono essere:

  • sedentarietà, che indebolisce i nostri muscoli, per via delle posture prolungate e spesso scorrette che si assumono;
  • cattiva alimentazione, dovuta a squilibri e a carenze di sostanze utili per tutto il nostro corpo, muscoli compresi;
  • disidratazione, che crea un terreno fertile per i crampi muscolari perché l’acqua contribuisce a mantenere in salute anche i nostri muscoli.

Per prevenire questo disturbo, è quindi importante seguire una sana alimentazione che sia soprattutto varia e che preveda:

  1. fonti di potassio, ovvero verdura, frutti, legumi, carne e prodotti della pesca;
  2. fonti di sodio, naturalmente contenuto nei molluschi come cozze, vongole e ostriche;
  3. fonti di magnesio, contenuto maggiormente nei cereali integrali, nei legumi e nella frutta secca;
  4. fonti di calcio, quali formaggio, yogurt e latte.

È fondamentale bere acqua anche se non si ha lo stimolo, soprattutto in estate, quando la sudorazione e la conseguente perdita di liquidi aumentano.

Inoltre è importante fare esercizi di stretching tutti i giorni, soprattutto se si conduce una vita sedentaria, contribuendo così a rendere i muscoli più flessibili.

Attenzione però ad allenarsi con saggezza, nel rispetto della preparazione e dei limiti del proprio corpo. Si raccomanda di non saltare mai la fase del riscaldamento e lo stretching prima e dopo l’attività.