Sono sempre di più le coppie che si trovano ad affrontare problematiche di infertilità.
Secondo le ultime stime ISTAT, solo in Italia sono ogni anno tra le 60.000 e le 80.000, rappresentando all’incirca il 20-25% delle 300.000 nuove unioni.

Le cause possono essere numerose e di diversa natura. Ad esempio possono essere correlate a specifiche patologie, quali obesità, infezioni da malattie a trasmissione sessuale (sifilide, gonorrea, chlamydia), endometriosi, policisti ovarica. Ma anche a fattori sociali (la ricerca di un figlio in tarda età) o allo scorretto stile di vita (l’uso di droghe, l’abuso di alcool, il fumo, le condizioni lavorative, l’inquinamento).

Fra quest’ultima serie di fattori, un ruolo importante ha anche l’alimentazione.

Essere normopeso rappresenta infatti la condizione ideale per portare avanti la gravidanza in maniera ottimale; di contro donne sottopeso o coloro che praticano un’intensa attività fisica possono avere difficoltà di ovulazione, e dunque di concepimento, con ricadute sui rischi per la crescita del feto. Anche quando si è alla ricerca di un figlio, la dieta va studiata con un medico specialista o un nutrizionista, ma ci sono dei fattori nutrizionali più generali che possono favorire la fertilità.

Nel caso delle donne:

  • La supplementazione di ferro eme (una componente dell’emoglobina e di altre proteine contenuto in piccola parte nel ferro alimentare) derivato da prodotti animali, quali la carne, e di ferro non-eme derivato da alimenti di origine vegetale, latte e simili.
  • Il consumo di proteine di origine vegetale, in particolare di legumi, e di cereali integrali (pane, pasta e riso).
  • Il corretto apporto di vitamine.
  • Il consumo di carne non più di 5 volte a settimana, alternato a pesce e legumi, una porzione di verdura ad ogni pasto e circa tre frutti al giorno
  • L’utilizzo di olio di oliva a crudo, integrato con piccole quantità di olio di semi
  • Il rispetto del fabbisogno giornaliero di acido folico, presente in particolare nelle verdure a foglia verde scuro, da addizionare quando necessario e sotto prescrizione medica con integratori nutrizionali

Tuttavia, ci sono anche abitudini alimentari che possono portare all’effetto contrario, favorendo quindi la condizione di infertilità.

Ad esempio:

  • l’eccessivo consumo di latte scremato e derivati, quali yogurt e gelato, al posto di latte intero, fonte di calcio e vitamina D;
  • il consumo di grassi saturi, presenti prevalentemente nei grassi di origine animale (burro, lardo, strutto) a discapito dell’apporto di carboidrati e grassi insaturi.

Per quanto riguarda gli uomini, recenti studi hanno evidenziato che 1 giovane su 3 in Italia è a rischio di infertilità.
Nasce quindi l’urgenza di attuare un piano atto ad educare e sensibilizzare soprattutto i giovani sui rischi di comportamenti, abitudini e stili di vita che possono avere risvolti negativi non solo sulla fertilità ma anche sulla salute generale.

Fra questi in età infantile e durante lo sviluppo puberale, un ruolo importante è svolto dall’eccessivo aumento ponderale (spesso causa di uno squilibrio ormonale) e dalla sedentarietà, associati ad abitudini alimentari non appropriate.

Anche nell’uomo, una dieta equilibrata, completa e ricca di antiossidanti, e il contenimento dei fattori di rischio, mantenendo quindi un peso adeguato,  con un’attività fisica moderata e costante, assenza di consumo di sostanze d’abuso e dopanti,  rappresentano poche e semplici regole utili per ottimizzare la fertilità e la sessualità, e per preservare l’organismo in salute.

 

Scegliere il supporto di un professionista per curare l’aspetto alimentare, soprattutto in questi casi può fare la differenza. Attraverso un programma personalizzato, infatti, si può agire lavorando sulle specifiche esigenze personali.
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Con il clima altalenante tipico di questo periodo, è facile ritrovarsi con l’influenza. Tosse, febbre, mal di gola, congestione nasale e dolori alle ossa sono i sintomi più comuni.

Per accelerare il processo di guarigione possiamo servirci dell’alimentazione. In più, anche se non siete a letto con l’influenza, seguire semplici regole alimentari può essere utile a rafforzare il sistema immunitario e a mantenerci in salute.

Innanzitutto è fondamentale assumere molti liquidi per reintegrare quelli persi con la sudorazione, soprattutto se abbiamo la febbre, in modo da aiutare il corpo a mandare via i virus dell’ influenza. Perciò, è necessario bere molta acqua oppure tè verde che è ricco di antiossidanti, o anche una buona spremuta di agrumi e frullati di frutta fresca, facendoci aiutare dall’estrattore per fare il pieno di vitamine. Contrastare la disidratazione è molto importante anche quando tra i sintomi influenzali vi sono vomito e diarrea.

Per ristabilire la salute dello stomaco possiamo ricorrere ad un buon brodo di verdure o di pollo che oltre a fornire al nostro corpo moltissimi nutrienti e minerali, dà un aiuto anche a far tornare l’appetito che spesso in questi casi può mancare. Ottimi sono anche i passati o vellutate di verdure che possono essere arricchiti con una modesta quantità di cereali come riso, orzo o farro.

Dobbiamo fornire al corpo anche dei nutrienti più sostanziosi come le proteine, optando per della carne magra, carni bianche, pollame oppure del pesce. Questi cibi infatti rispetto alla carne rossa, sono comunque ricche di proteine, aminoacidi e ferro ma hanno meno grasso e sono più facilmente masticabili e digeribili.

Se la tosse ci affligge notte e giorno possiamo fare affidamento al classico miele, che è un nostro grande alleato contro l’ influenza. Un cucchiaino di miele preso da solo senza bere liquidi per qualche minuto, calma la tosse e attenua i bruciori e l’irritazione della gola. Oppure potete preparare una tisana, un bicchiere di latte o un tè caldo e zuccherarlo con il miele, per lenire il mal di gola.

Anche le spezie possono venirci in aiuto contro i sintomi influenzali. In particolare la curcuma è ricca di acido acetilsalicilico, ovvero lo stesso principio attivo contenuto nell’aspirina. Potete scioglierla per preparare una buona tisana calda insieme magari a dello zenzero ricco di vitamina C.

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Durante l’allattamento aumentano i fabbisogni nutrizionali della mamma in quanto la produzione di latte, più gravosa in termini nutrizionali rispetto alla gravidanza, richiede un maggior dispendio di energie caloriche.

Per questo motivo, l’alimentazione assume un ruolo fondamentale. Qualora non sia stata adeguata durante la gravidanza, l’alimentazione della madre dev’essere rivalutata sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo. Non occorre semplicemente chiedersi quanto mangiare ma come farlo e cosa includere nella propria dieta per guadagnare in benessere. Alimenti freschi dunque, ma anche surgelati, preparati con metodi di cottura semplici (al vapore, al cartoccio ecc.), evitando quelli meno salutari come intingoli, fritture e grigliature (tanto più nocive quanto maggiori sono le parti carbonizzate dell’alimento).

In cucina è bene gestire l’uso di spezie e aromi vari. Nonostante la soggettività di tale aspetto, molti neonati sembrano non apprezzare il latte aromatizzato da sapori troppo forti, come quelli trasmessi da una madre che segue un’alimentazione troppo ricca di: aglio, acciughe, ketchup, asparagi, cavoli, cipolle, curry, formaggi dall’aroma intenso come il gorgonzola, peperoni, zenzero, etc. Considerata la variabilità di risposta del piccolo, è buona regola osservarne le reazioni e adeguare ad esse la propria alimentazione.

Per lo stesso motivo, è sconsigliato l’utilizzo di medicamenti che possono passare nel latte e che devono essere assunti soltanto sotto stretto controllo medico.

Alcuni cibi come carni insaccate, selvaggina, crostacei, molluschi e uova o carni crude, possono dare disturbi intestinali al bambino. La carne conservata è spesso ricca di sostanze potenzialmente pericolose per la madre e il neonato; per questo motivo è bene consumarla con moderazione.

Se il piccolo soffre di coliche, è buona regola evitare il consumo di cibi o bevande che favoriscono la formazione di gas nell’intestino, come fagioli, frullati, lieviti e latticini.

È fondamentale moderare il consumo di caffeina e alcol.

Agrumi, frutta secca e in particolare arachidi, dadi per brodo, frutti di bosco, pomodori, uova, crostacei, molluschi e cioccolato devono essere consumati con moderazione, in quanto alimenti a possibile effetto allergizzante. Soprattutto se esiste una predisposizione familiare al problema, è buona regola osservare le reazioni del piccolo; qualora compaiono sintomi come gonfiore intestinale, diarrea ed eruzioni cutanee è bene escludere dalla propria dieta tali alimenti. Ovviamente in tali casi è d’obbligo un immediato consulto con il pediatra.

Bisogna comunque considerare che tali dati sono fortemente influenzati dall’andamento dietetico e psicofisico della gravidanza; per questo motivo è opportuno rivolgersi ad un professionista per ricevere indicazioni alimentari personalizzate.

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Con l’arrivo dell’inverno è fondamentale sostenere il nostro corpo attraverso una corretta alimentazione.
Scegliere gli alimenti giusti ci permette infatti di fornire al nostro organismo energia e sostanze nutritive.

In particolare, in questo periodo una fonte importante di nutrienti è rappresentata dagli agrumi.

Il mandarino è un frutto ricco di acqua, sali minerali, zuccheri semplici e vitamine. Si presta moltissimo alla dieta dello sportivo e, tra le sue varie proprietà, costituisce un’ottima fonte di vitamina C.

L’apporto energetico è notevole ed apportato quasi totalmente da fruttosio; questa caratteristica impone di consumare il mandarino in porzioni minori rispetto ad altri frutti come mele, pere, arance, clementine, kiwi ecc, ma più o meno le stesse riferite ad uva, kaki e fichi. Il carico glicemico di buona entità e l’apporto calorico tutt’altro che trascurabile fanno del mandarino un frutto da consumare con moderazione, soprattutto in caso di diabete mellito tipo 2 e sovrappeso.

Il mandarino contiene buone quantità di fibra alimentare delle quali una frazione più che rilevante di componenti solubili, utili nella prevenzione e nella moderazione della stipsi.

Per quel che concerne i sali minerali, il mandarino è ricco di potassio, mentre in merito alle vitamine spicca l’idrosolubile C, ovvero l’acido ascorbico.

È bene consumare i mandarini come frutto di stagione durante l’inverno, in modo che il loro contenuto vitaminico possa contribuire a proteggerci da disturbi tipici del periodo, come il raffreddore. L’assunzione della polpa di mandarino contribuisce a proteggere le mucose e i capillari. Il mandarino contiene inoltre vitamina A e vitamine del gruppo B, insieme a magnesio, ferro e acido folico.

Si tratta di un frutto nutriente, facilmente digeribile e considerato adatto a propria volta a favorire la digestione. Contiene calcio, potassio e fibre, utili per il corretto funzionamento dell’intestino. Svolge una funzione di regolazione della pressione arteriosa, favorisce la diuresi e può essere in grado di contrastare la ritenzione idrica.

Studi scientifici hanno attribuito ai mandarini proprietà antitumorali, soprattutto per quanto riguarda il fegato. È consigliabile dunque bere abitualmente del succo di mandarino, soprattutto quando il frutto è di stagione, o consumarne la polpa. Il consumo di mandarini è stato legato sia ad una riduzione del rischio di cancro all’apparato digerente, sia del rischio di ictus. I semi stessi del mandarino, che possono essere masticati ed ingeriti senza problemi, possono contribuire ad incrementare l’apporto vitaminico proveniente da tale frutto.

Il consumo di mandarini contribuisce inoltre a migliorare le funzioni visive, abbassare il livello di colesterolo nel sangue e rinforzare il sistema immunitario, soprattutto nei bambini. I mandarini sono ricchi di antiossidanti e svolgono una funzione purificante dell’organismo. Lo rafforzano e lo proteggono dalle infezioni e dalle malattie.

Scopri come inserirli correttamente nella tua dieta richiedendo una consulenza con il Dott. Giuseppe Pisano.

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Dieta, la parola più fraintesa
Quando si intraprende un percorso di dieta, non c’è niente di più sbagliato che pensare ad un qualcosa di privativo e che non ti permette di mangiare quello che ci piace! Tutt’altro! Dieta infatti, è uno stile di vita che ci deve accompagnare per sempre, e non solo per un certo periodo di tempo con restrizioni mangiando solo insalata.
Tant’è che un dimagrimento sano consiste nell’apporto equilibrato dei macronutrienti (proteine, lipidi e carboidrati) e dei micronutrienti (vitamine e minerali). Questi apporti, ovviamente, possono sensibilmente variare in base a fattori quali sesso, età, patologie e obiettivi da raggiungere (non solo dimagrire ma anche mettere massa grassa o ingrassare).
Quando decidi di intraprendere un percorso di dimagrimento sano, è importante confrontarti con un professionista del settore, che sarà in grado di guidarti e di calibrare la dieta su misura per te e delle tue esigenze. Vedilo come un sarto che ti deve cucire un vestito su misura, perfetto solo su di te!

Dimagrimento sano con Nutrizione Pisano

La dieta personalizzata è un percorso di educazione alimentare che ti insegna a mangiare bene per stare in salute e in pace con il tuo corpo. Si tratta di imparare regole che devono entrare nella quotidianità per il resto della vita.
Una dieta fatta su misura per te, infatti, non comporta sacrifici impossibili e si adatta alle tue esigenze e ai tuoi ritmi di ogni giorno.
Proprio per questo motivo funziona: tarandola sulle necessità di ogni individuo, è modellata sui suoi gusti e non costringe a sacrifici o forzature. In sintesi, è equilibrata, sana e semplice da seguire.
Se, al contrario, la dieta non è personalizzata, rischia di risultare impossibile da seguire nel lungo periodo, di non produrre effetti oppure di sottoporre l’organismo ad uno stress, soprattutto nel caso in cui preveda un apporto di calorie e nutrienti inferiore al fabbisogno: il rischio, in questo caso, è un dimagrimento troppo drastico, spesso seguito da un rapido recupero del peso perso.

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Gli gnocchi di patate sono tra i primi piatti capaci di portare il buonumore in tavola. Oggi proponiamo una variante con sugo di pomodorino del piennolo e 3 tipologie di pesto, per arricchire il sapore.

  • Pesto di pistacchi: si prepara un trito di pistacchi appena scottati e si insaporisce con basilico, grana e scorza di limone.
  • pesto alla genovese: quello tradizionale, con foglie di basilico genovese macinate insieme all’aglio, pinoli, sale grosso e olio extravergine d’oliva;
  • pesto di mandorle: trito di mandorle con aggiunta di buccia di limone grattugiata, aglio tagliato a fettine, parmigiano e un filo d’olio.

Per preparare questo gustoso piatto basta cuocere i pomodorini in poco olio e peperoncino e, una volta ultimata la cottura, andare ad amalgamare tutti gli ingredienti, ottenendo un sugo ricco di aromi e sapori.
Come tocco finale, si può aggiungere a crudo della granella di pistacchi e della granella di noci.

Il piatto è abbinabile ad un ottimo vino rosè del 2019, Lumera, cantina Donna Fugata.