Diabete

Il diabete di tipo 1 (insulino-dipendente) che per fortuna è la forma più rara della malattia (5% dei casi) e colpisce soprattutto i bambini e gli adolescenti.
In questa forma nel pancreas vengono distrutte le cellule che producono l’insulina  a causa di un processo infiammatorio autoimmune forse scatenato da una infezione virale.
La conseguenza è che il pancreas smette bruscamente di produrre l’insulina, indispensabile per l’utilizzazione degli zuccheri, e sarà quindi necessario somministrarla continuativamente ai giovani pazienti affetti, attraverso ripetute iniezioni, per tutta la vita.
In entrambe le forme di diabete è dimostrato esistere una predisposizione genetica e/o familiare, per cui tutte le persone che hanno un diabetico tra i parenti di primo grado dovranno porre particolare attenzione ai fattori di rischio per lo sviluppo di diabete.
Prevenzione del diabete tipo 2
Intervento dietetico e attività fisica
Il sovrappeso e l’obesità rappresentano oggi il fattore di rischio primario più importante per lo sviluppo del diabete.
In un recente studio svedese il rischio di sviluppare diabete è risultato circa 10 volte più elevato nei soggetti obesi.
Un altro lavoro ha dimostrato chiaramente che anche una piccola perdita di peso di circa 4,5 Kg è in grado di ridurre il rischio di diabete del 30%.
Una ulteriore conferma dell’efficacia di un corretto stile di vita nella prevenzione del diabete viene dai risultati di uno studio effettuato in una cittadina cinese: i dati raccolti mostrano una riduzione media di circa il38% del rischio di sviluppare diabete nei soggetti che avevano cambiato stile di vita migliorando l’alimentazione e/o incrementando l’esercizio fisico.
Questi e molti altri studi, non ricordati per brevità, dimostrano chiaramente che è possibile prevenire il diabete di tipo 2 riducendo il peso corporeo; eppure c’è ancora molto scetticismo sulle possibilità di modificare le abitudini di vita degli individui per ottenere il calo ponderale!
Oggi per prevenire il diabete non si deve spingere la correzione del peso corporeo fino al raggiungimento del peso ideale, è preferibile utilizzare il termine di peso minimo accettabile, che individua un obiettivo molto più realistico.
Nei soggetti in sovrappeso, una riduzione dell’introito calorico di 300-500 kcal/die e un incremento del dispendio energetico di 200-300 kcal/die, tramite una regolare attività fisica, sono sufficienti per indurre e mantenere una riduzione ponderale di 4-5 kg e quindi per ridurre il rischio di diabete fino al 30%!
Ricordo, per l’attività fisica, che non è obbligatorio diventare maratoneti, ma è sufficiente camminare tutti i giorni a passo spedito per almeno mezz’ora.

Il rischio di diabete non è legato solo alla quantità di calorie introdotte, ma anche alla composizione della dieta.
In particolare vanno fatte le seguenti poche raccomandazioni:
–         Limitare il consumo di alimenti ad alta densità energetica come i dolci, le bevande zuccherate e i grassi.
–         Aumentare il consumo di cibi non raffinati ricchi di fibre vegetali come i legumi, la frutta e gli ortaggi.
–         Preferire, tra gli alimenti ricchi di amido, quelli a cosi detto basso indice glicemico (quali la pasta e il riso parboiled).

Il diabete di tipo 2 (non insulino-dipendente) che è la forma di gran lunga più frequente  (95% dei casi) e colpisce prevalentemente le persone di mezza età, la maggior parte delle quali è in sovrappeso o francamente obesa.

In questa forma di diabete il pancreas continua a produrre, sebbene in misura ridotta, l’ormone insulina ma le cellule dell’organismo non sono capaci di utilizzarla come dovrebbero impedendo allo zucchero  di entrare regolarmente nelle cellule per essere bruciato, determinandone così un accumulo in circolo (iperglicemia) con tutte le conseguenze che abbiamo descritto in precedenza. Questa forma della malattia ha quasi sempre un inizio subdolo e spesso la persona scopre di essere affetta da Diabete casualmente magari in occasione di controlli routinari degli esami del sangue.

Sono in sovrappeso?
Come valutare il proprio peso corporeo?
Lasciando perdere le tanto sfruttate tabelle, con l’ausilio di carta, penna e di una piccola calcolatrice tascabile è preferibile determinare
L’Indice di Massa Corporea (BMI, dall’inglese Body Mass Index).
Calcolarlo è semplice: si divide il proprio peso (in chilogrammi) per il quadrato della propria altezza ( in metri con due decimali, per esempio 1,70 e non 170)
BMI =  Peso (Kg)  Altezza² (m)
ESEMPIO: Un uomo che pesa 80 Kg ed è alto 165 cm avrà un BMI di 29,3  (sovrappeso)
Così calcolato:  (80) : (1,65 x 1,65)  cioè  (80) : (2,7225) = 29,3
RICORDIAMOCI CHE:
– BMI inferiore a 18,5  siamo in sottopeso
– BMI tra 18,5 e 25      siamo nella fascia ottimale nella quale  ci
si dovrebbe mantenere al fine di ridurre il
rischio di sviluppare diabete.
– BMI  tra 25 e 30        siamo in sovrappeso
– BMI supera i 30         si configura l’obesità vera e propria per la quale

                                 affrontare una terapia con il proprio medico-nutrizionista.

Come e quando effettuare uno screening per il diabete
La diagnosi precoce
Recentemente tutti i maggiori esperti mondiali di diabete si sono riuniti e hanno formulato le seguenti fondamentali raccomandazioni per la prevenzione e la diagnosi precoce del diabete mellito:
•        I soggetti senza alcun fattore di rischio per diabete, a partire dai 40 anni:
devono eseguire ogni tre anni un dosaggio della glicemia a digiuno e della glicemia post-prandiale (2 ore dopo aver pranzato).

•       I soggetti a rischio di sviluppare diabete, cioè quelli :
–     con familiarità di 1° grado
–         in sovrappeso o francamente obesi
–         affetti da ipertensione arteriosa
–        con aumento del colesterolo e/o dei trigliceridi
–         con iperuricemia
–         con aterosclerosi precoce
–         con pregressi lievi aumenti della glicemia (tra 110 e 125 mg/dl)
–        le donne con pregresso diabete in gravidanza o che hanno partorito figli di peso superiore a 4 Kg,
a partire dai 40 anni:
devono eseguire ogni anno un dosaggio della glicemia a digiuno e della glicemia post-prandiale (2 ore dopo aver pranzato).
I risultati di questi test andranno interpretati con il proprio Medico curante che potrà decidere, qualora vi fossero alterazioni significative della glicemia, di inviare il soggetto al Centro Diabetologico per una valutazione complessiva, l’educazione strutturata e l’eventuale precoce impostazione terapeutica.

La prevenzione del diabete tipo 1 insulino-dipendente
Una nuova speranza

Numerosi studi familiari hanno documentato che nei parenti di primo grado di pazienti affetti da diabete di tipo 1 (insulino-dipendente), in particolare sorelle e fratelli, il rischio di sviluppare il diabete insulino-dipendente è circa dieci volte più alto.

Oggi tra queste persone è possibile individuare precocemente , ricercando degli anticorpi particolari con un prelievo di sangue, quelle che sono quasi sicuramente destinate a sviluppare il diabete di tipo 1(cioè con alto rischio)  ed attuare interventi già durante la fase di latenza della malattia per ritardarne la comparsa e la gravità (oggi) e presto, si spera, anche per bloccarla definitivamente prima del suo esordio.

Intanto, nei pochi soggetti a rischio per questa forma di diabete, valgono gli stessi suggerimenti dati per la prevenzione del diabete tipo 2 in quanto evitando di stressare il pancreas sottoponendolo ad un lavoro troppo intenso (con l’eccessiva o inadeguata introduzione di cibo) si può contribuire a procrastinare l’esordio della malattia.

Prenota una visita